martedì 31 maggio 2011

appuntamento in libreria Do Rode

'POP CITY' di Alberto Furlani (Punto Marte Edizioni, 2010)
 alla presenza dell'Autore e con l'intervento di Robero Salbitani


Triestino di nascita, proveniente da una famiglia di fotografi, Alberto Furlani ha una lunga esperienza fotografica, seguita da una assidua frequentazione dei grandi nomi della fotografia, fra i quali Arnold Newman, Helmut Newton e Max Koslof, dei quali e' stato allievo, e Roberto Salbitani, che molto ha influito sul suo stile. Furlani ha esposto in mostre personali e collettive. Da tempo tiene corsi di stampa creativa in Italia e all'estero. Vive e lavora a Mestre dove esercita la professione di avvocato. “Pop City” raccoglie i luoghi, le situazioni, i paesaggi e le atmosfere di un viaggio attraverso l'Europa, nel quale la macchina fotografica e' compagno di viaggio, taccuino di sensazioni ed apparizioni trasformate successivamente in immagini mentali con l'ausilio del computer.

Questo libro si apre con una città che era, simbolicamente, un mondo, e si conclude con un mondo che è diventato, per molti aspetti, una città. Questa riflessione, tratta da La città nella storia di Lewis Mumford, è possibile dedicarla a questa raccolta di fotografie a colori di Alberto Furlani. Per l’autore, infatti, l’essere stato in un luogo diventa il pretesto per una evocazione quasi magica della realtà urbana osservata discretamente nelle sue manifestazioni  più nascoste ed imprevedibili. Come in un set cinematografico, tra Hollywood e Cinecittà, convivono mondi diversi, attimi di un incessante nomadismo, che si ricompongono come tessere di un mosaico in quadricromia da sfogliare in un’unica, irripetibile, sequenza circolare che da Venezia parte e a Venezia approda. Un labirinto di emozioni visive, dove è lecito perdersi a velocità elevatissima, in un fluire magmatico di situazioni dominate dalla casualità del quotidiano e restituite con una colta, dissacrante affermazione del “soggetto fotografico”. Alla fine, il tutto ci appare come un universo caleidoscopico pervaso dallo stupore dell’evento, come una serata al circo raccontata con gli occhi incantati di chi crede nella splendida utopia dell’arte.

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